Nella vetrina della Fortezza da Basso, uno stand con i prodotti alimentari icona del
mondo militare per i 3 giorni dedicati alle eccellenze eno-gastronomiche d'Italia.
Firenze, 4 feb. (Adnkronos) - Anche quest'anno l'Esercito è presente a Taste
organizzato da Pitti Immagine presso la Fortezza da Basso con uno stand della
società licenziataria Fonderia del Cacao. Nei 3 giorni dedicati alle eccellenze
enogastronomiche d'Italia, il brand "Esercito 1659" far~1 rivivere alcune tradizioni
alimentari che hanno segnato la storia del mondo militare rendendoli disponibili in
commercio. Parliamo del Cioccolato Militare dell'Esercito, un fondente al 70%
avvolto nel suo storico packaging, ora come allora parte integrante della "Razione
K" utilizzata dai militari in attività operative, con l'obiettivo di contribuire a
rafforzare e sottolineare l'eccellenza italiana nel settore. Inoltre immancabili anche
al Taste 16 i prodotti simbolo dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare,
unità produttiva dell'Agenzia Industrie Difesa, quali il "Cordiale" o "l'Elisir di China"
memorie storiche e nicchie dell'eccellenza alimentare che hanno accompagnato
generazioni di soldati italiani. Il Cioccolato Militare fa parte della razione
giornaliera fin dal 1937 in quanto gustoso, energico e facilmente trasportabile.
Inoltre, è forte la volontà di tutelare l'ambiente con il riutilizzo di materiali: le
vecchie cassette di primo soccorso dell'Esercito hanno ripreso vita diventando un
originale packaging per generi di "pronto conforto", contenenti una degustazione
di cioccolato. Attese per il futuro ulteriori novità nel packaging con il riutilizzo di
altri materiali fortemente identitari non più in uso alle Forze Armate. In sintesi, una
consolidata sinergia che vede l'Istituzione e la società Fonderia del Cacao
impegnati nella promozione e diffusione della cultura del benessere alimentare
mediante l'utilizzo di componenti naturali purissimi che si aggiunge alla lodevole
opera dello Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare che, prosegue tutt'oggi la
produzione di quei farmaci "orfani" sui quali l'industria privata non investe per
scarsi margini di profitto e necessari per molti malati di patologie rare.
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